28/08/2018 – Le azioni: dalla tutela della legalità all’inclusione sociale

Città sicure in cinque mosse

 Le azioni: dalla tutela della legalità all’inclusione sociale

[p.7] Spetta al sindaco organizzare tutte le forze in campo per potenziare il contrasto del degrado urbano e migliorare il controllo della città. Ma sempre in stretto contatto con la prefettura per la sottoscrizione dei necessari patti per la sicurezza che devono fare da supporto alle iniziative del primo cittadino. E con il coinvolgimento diretto delle associazioni di categoria ed eventualmente dei privati e del mondo del volontariato. Lo hanno chiarito le linee guida per l’attuazione della sicurezza urbana approvate dalla Conferenza stato-città e autonomie locali il 26 luglio 2018 (si veda ItaliaOggi del 28/7/2018 e ItaliaOggi Sette del 20/8) L’attuazione del nuovo concetto di sicurezza urbana previsto dalla legge n. 48/2017 passa attraverso le linee guida che a loro volta fanno da cornice ai patti per la sicurezza. Ovvero gli accordi che devono essere sottoscritti tra il sindaco e il prefetto con l’individuazione degli obiettivi concreti, diversi in ogni singola città. Con l’avvenuta definizione delle linee guida ora la palla passa ai sindaci che avranno a disposizione parecchio materiale sul quale lavorare per mettere a frutto progetti originali e ben strutturati da presentare al rappresentante governativo prima di intraprendere qualsiasi iniziativa particolare. Sempre con il possibile coinvolgimento delle associazioni di categoria e del volontariato. E con il necessario preventivo nulla osta anche del Viminale. In buona sostanza la nuova stagione dei patti per la sicurezza che inizia con l’imminente ripresa lavorativa dovrà concentrarsi sugli obiettivi strategici da realizzare per potenziare la sicurezza delle città, in sinergia con gli at Senza interferire chiaramente con l’ordine e la sicurezza pubblica che restano di stretta competenza dello stato. Anche se inevitabilmente ci saranno sempre punti di contatto, specificano le linee guida. Sono cinque le direttrici d’azione sulle quali sarà possibile sviluppare dei progetti urbani di sicurezza. Il primo obiettivo risulta il contrasto dell’attività predatoria. Si tratta di organizzare servizi e interventi di prossimità a vantaggio delle zone maggiormente degradate. Prima di tutto però andrà sviluppata un’accurata analisi sullo stato dei rischi delle zone urbane, specificano le linee guida. Per le grandi città potranno essere istituiti degli specifici tavoli d’osservazione da parte delle forze di polizia locale e dello stato con il compito di coordinare al meglio gli interventi. Poi andrà potenziata la presenza degli organi di polizia sul territorio. Spetterà ai sindaci, in accordo con le prefetture, spronare la polizia locale per potenziare in particolare la presenza degli agenti in servizio di infortunistica stradale nell’arco delle 24 ore. Ma anche i volontari potranno partecipare alle nuove politiche di sicurezza aiutando il comune al miglioramento delle condizioni ambientali delle zone urbane maggiormente degradate. Sicuramente un notevole contributo al miglioramento della sicurezza urbana potrà essere fornito dalle tecnologie di video controllo, a uso interforze. In buona sostanza si tratta di realizzare progetti strategici di potenziamento integrato dei sistemi di videosorveglianza anche con la possibile partecipazione di soggetti privati, in qualità di partner economici. Il pacchetto sicurezza incentiva questo tipo di partenariato pubblico privato prevedendo, tra l’altro, specifici incentivi fiscali per gli operatori economici e tutti i soggetti che decidono di contribuire al potenziamento degli impianti di videosorveglianza urbana (si veda ItaliaOggi Sette del 20/8/2018). Ma soprattutto in questo caso sarà necessario predisporre una progettazione strategica ad hoc da parte del comune per agevolare la redazione dei patti che, secondo le linee guida, dovranno curare anche la verifica preliminare degli impianti e dei progetti tecnici connessi. Nel rispetto delle diverse prerogative degli organi di polizia e della complessa riforma della tutela dei dati personali. Il secondo obiettivo riguarda la promozione della legalità. I moderni patti per la sicurezza dovranno contrastare l’occupazione abusiva di immobili e spazi pubblici, la vendita di prodotti contraffatti e la prostituzione in strada. Per migliorare il contrasto della vendita illegale di beni contraffatti il sindaco potrà avvalersi della collaborazione della guardia di finanza e della capitaneria di porto. Mentre per scoraggiare la prostituzione stradale le linee guida incoraggiano l’uso di strumenti sanzionatori derivanti dal codice stradale. In pratica la polizia municipale potrà sanzionare i clienti che si fermano a contrattare oppure che intralciano il traffico con condotte di guida inadeguate. Ma potranno anche essere adottate ordinanze ad hoc contro il meretricio urbano individuando le zone off-limits per questa antica attività artigianale. I restanti obiettivi riguardano il miglioramento del decoro, dell’inclusione sociale e della formazione degli organi di polizia. Per i comuni interessati da grandi flussi turistici le linee guida infine incentivano un ulteriore miglioramento dello scambio informativo tra le forze di polizia locale e dello stato. Su questo argomento è auspicabile un intervento normativo anche sull’ordinamento della polizia locale visto che tra l’altro quest’organo di vigilanza è ancora isolato dalle banche dati del ministero dell’interno sui soggetti criminali e non può quindi sapere se un soggetto fermato è pericoloso o da ricercare. O semplicemente se è alla guida di un veicolo rubato.

Stefano Manzelli

27/08/2018 

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