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Per i piccoli Comuni contabilità economica soft 
di Patrizia Ruffini – Il Sole 24 Ore – 25 Novembre 2019
Con il via libera al decreto dell’ Economia dell’ 11 novembre 2019 si completa il percorso di semplificazione della contabilità economico-patrimoniale per i piccoli Comuni, ma resta ancora incerto l’ ambito di applicazione. Gli enti locali con meno di cinquemila abitanti hanno ottenuto, con la conversione in legge del Dl 34/2019 (decreto Crescita), la modifica dell’ articolo 232, comma 2 del Tuel, con cui è stato effettuato un duplice intervento: da un lato, è stato concesso più tempo per entrare nella fase di applicazione della contabilità economico-patrimoniale armonizzata e, dall’ altro, è stata semplificata la fase di avvio.
Per gli enti locali con popolazione inferiore a 5 mila abitanti, dopo le modifiche la norma stabilisce che «possono non tenere la contabilità economico-patrimoniale fino all’ esercizio 2019». Pertanto questi enti applicheranno pienamente i principi di contabilità economico-patrimoniale a partire dal rendiconto riferito all’ esercizio 2020, che sarà redatto nel 2021.
La legge però ha previsto, per gli enti che rinviano la contabilità economico-patrimoniale con riferimento all’ esercizio 2019, l’ obbligo di allegare al rendiconto una situazione patrimoniale finale redatta con modalità semplificate. Modalità da individuare con un decreto del ministero dell’ Economia, di concerto con il ministero dell’ Interno e con la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali, da predisporre secondo lo schema armonizzato. Il decreto dell’ 11 novembre 2019, dando attuazione a questa norma, definisce le modalità semplificate di redazione della situazione patrimoniale al 31 dicembre 2019, che rappresenta anche lo stato patrimoniale di partenza nel primo anno di adozione dei nuovi principi (esercizio 2020).
La facoltà di rinvio della contabilità economico-patrimoniale deve essere espressamente esercitata attraverso una deliberazione del consiglio dell’ ente locale. Per ottenere la situazione patrimoniale a fine esercizio 2019 gli enti hanno a disposizione un foglio elettronico, da alimentare con le voci patrimoniali del piano dei conti integrato, riferite ai dati dell’ inventario aggiornato al 31 dicembre 2019, del rendiconto 2019, dell’ ultimo conto del patrimonio approvato ed extra-contabili. L’ inventario segue le stesse regole previste per gli enti di maggiori dimensioni. Non occorre redigere, invece, il conto economico 2019.
Per questi enti, la rilevazione presenta anche semplificazioni sulle voci da monitorare, per cui la contabilizzazione dei ratei e dei risconti è facoltativa, al pari dei contributi agli investimenti, la cui quantificazione però risulterà utile, negli anni successivi, per sterilizzare gli oneri degli ammortamenti e migliorare nel tempo il risultato di esercizio. Infine, l’ interpretazione di Anci sul carattere generale della modifica, all’ interno della Commissione Arconet, non è stata unanime, lasciando dubbi sull’ ambito di applicazione della novità, non specificato dal decreto.
Mentre la Commissione raccomanda agli enti che nel rendiconto 2018 hanno scelto di approvare gli schemi di contabilità economico-patrimoniale di continuare su questa linea, l’ Anci, per dare chiarezza definitiva sulla portata generale della norma, ha proposto un emendamento alla manovra 2020.

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