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Il profumo delle nuvole

 

Sottile come un rumore ancestrale,
col naso cacciato fra le nuvole,
gambe leggere,
cuore ozioso.
 
Lontano come il frinire di un grillo,
sento le nuvole sul viso,
umide,
fresche come acqua di stagno.
 
Piedi staccati,
braccia distese,
né cielo, né terra,
né orso, né aquila.
Strano dono,
porta clandestina.
 
Canne di bambù
oscillano lente,
echi di un sogno
perduto e diverso.
 
Respiro piano,
entrano in gola,
come cima di funambolo
mi tirano su.
Odori antichi
legano il passato
al nulla.
 
Tempo disteso,
ci giro attorno,
di peso spento,
affondo le mani
in freschi riposi.
 
Si aggrovigliano
insieme
come note di flauto
in cerca di timpano,
come onde
verso la fine.
 
Nuvole
che sanno
di menta e di perdizione,
che odorano
del battito
del mio cuore.

 

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