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Pubblica amministrazione, autonomia contrattuale cercasi

L. Oliveri (La Gazzetta degli Enti Locali 21/2/2018)

È sicuramente irrinunciabile fissare dei tetti generali alla spesa del personale, visto quanto pesa (circa il 20%) sul totale della spesa pubblica. Ma, fissato un tetto generale, occorrerebbe consentire agli enti margini di manovra contrattuale ampi, per decidere l’entità dei fondi e gli istituti di regolazione del rapporto.

Imporli solo dall’alto, con misure, per altro, generalmente utilizzabili appieno solo in enti di vastissime dimensioni ma improponibili per quelli più piccoli, crea solo problemi. Così come il potere attribuito alla magistratura contabile ed ai servizi ispettivi di sindacare (per altro ex post) sulle scelte di destinazione delle risorse o di merito delle politiche industriali. Il controllo della Corte dei conti è essenziale, ma le responsabilità erariali e gli interventi dovrebbero scattare solo quando sia dimostrato che l’ente abbia speso un centesimo in più del tetto generale della spesa del personale e questo sia causa dimostrata di violazione dei vincoli di finanza pubblica.

Qualsiasi decisione di politica del personale che stia entro le soglie di spesa, dovrebbe essere rimessa a più ampi poteri contrattuali.

Continuando sulla strada attuale, i contratti serviranno solo come adempimento burocratico, faticoso, complicato, oneroso, sostanzialmente improduttivo in termini di organizzazione, risultati ed efficienza.”

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