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Ciao, ti mando una poesia che avevo scritto per mio padre e mi sento di dedicarla a Stefano (anche se mai avrei voluto farlo).
 
Il codice 
 
E te ne vai,
con i tuoi occhi di animale ferito,
con il tuo sorriso acre,
con le tue dita aggrappate
a lenzuola di gesso.  
 
E te ne vai,
con grida stanche e grumose,
con i tuoi viaggi fatti e quelli ancora da fare,
con gli ultimi odori nelle tue narici,
con delle vaghe e spente ombre
davanti agli occhi.  
 
E te ne vai,
con i tuoi gesti muti
il cui oscuro codice si perde
nel buio denso e primordiale
che ti sta accogliendo.  
 
E rimani qui. 
 
Enrico Antonio Cameriere

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