Print Friendly, PDF & Email

Dirigenza 2.0 nella Burocrazia 1.1

 
Ieri, i giornali magnificavano l’avvio dei concorsi “2.0” per la dirigenza. Selezioni avanzate, basate su sistemi sofisticatissimi e all’avanguardia, nelle quali (teniamoci forte) si chiedono niente meno che “Doti nel “problemsolving” e padronanza delle “soft skill”“. Roba grossa.

Il Sole 24 Ore continua sottolineando la grandissima innovazione prevista: “L’idea è quella di valutare le capacità manageriali oltre alle classiche competenze giuridiche, che ovviamente rimangono importanti. In due modi. Si sta studiando, prima di tutto, una griglia di preselezioni fondate su test di logica e valutazioni attitudinali, e soprattutto di modificare lo scritto. L’idea è quella di proporre ai candidati “scremati” dai primi test un problema organizzativo reale da risolvere, al posto del classico tema che ha dominato finora gli sforzi degli aspiranti dirigenti“.

Perchè, che si sappia, la dirigenza 2.0 è chiamata a risolvere problemi, con capacità manageriali, attraverso l’innovazione di processo e di prodotto. Nessuna competenza giuridica o tecnica è necessaria, di fronte alla corretta e necessaria valutazione della capacità manageriale.

Capacità manageriale, del resto, esaltata dall’organizzazione. Dunque, i “manager” locali, ad esempio, sono messi in grado di prodursi nelle soft skills ai fini del problem solving per lanciarsi nell’opera di gestione delle variazioni di bilancio. Guardiamo il semplicissimo schema elaborato dalla Fondazione Ifel per riassumere le varie modalità di variazione: sono solo 27 possibilità. Una valorizzazione piena ed incontestabile delle soft skills, vero?

Ma, ad esempio, il dirigente 2.0 e manager non può non dedicarsi alla gestione del personale ed a innovativi sistemi di reclutamento e rafforzamento dello “staff” per il lavoro in team mediante il brainstorming.

Infatti, le regole per assumere sono tutte quante indubitabilmente improntate alla tecnica della gestione manageriale, come si vede qui.

Meno male, insomma, che a Palazzo Vidoni si siano accorti di quanto le regole che disciplinano l’attività dei dirigenti li lascino liberi di esplicare tutta la competenza manageriale (attraverso le soft skills, sia chiaro), perchè altrimenti chissà che burocrazia se così non fosse…

Torna in alto