15/01/2019 – In cerca di punti di incontro tra sindaci e governo

In cerca di punti di incontro tra sindaci e governo

 15/01/2019 Qualità della PA

Dopo le molte fratture e liti (anche interne) il governo cerca di creare un ponte con i sindaci, sfruttando il decreto semplificazioni e la riforma del Testo unico degli enti locali come mezzo per portare una serie di correttivi. Seconda parte di questa strategia di riconciliazione consiste nel definire (entro marzo) un articolato condiviso per uno dei provvedimenti chiave fra i collegati alla legge di bilancio. Questa strategia in due tempi dovrebbe arrestare i dissesti con i sindaci, ma alla base la manovra che questi ritengono pessima per la spesa corrente (seppur ottima per gli investimenti) lascia poco spazio di movimento.

Il consiglio direttivo dell’Anci si è da poco riunito per discutere dei “tagli-ombra” e delle mancate integrazioni ai fondi, con l’idea di rivedere entrambe le questioni che hanno un enorme peso economico. La legge di bilancio riduce a 190 i milioni del fondo Tasi (da 300) e vincola gli investimenti, ed i Comuni ne chiedono invece la replica integrale, così come spingono per vedersi reintegrati  i 560 milioni della spending review 2014, che quest’anno scade, ma senza alcun aumento per i fondi comunali. Infine, un altro colpo per le amministrazioni è l’aumento degli obblighi di accantonamento a garanzia delle mancate riscossioni (Fondo crediti di dubbia esigibilità), stimato dalla Ragioneria in un blocco da oltre 400 milioni.

I sindaci hanno già minacciato di ricorrere al Tar, soprattutto per quanto riguarda il superamento della spendig review, anche se i margini lasciati dai conti pubblici non sono certo abbondanti. Intanto al Mef si cercano di trovare estensioni del mini-sconto sugli obblighi di accantonamento (dall’85% al 80% delle mancate riscossioni), che si potrebbe rivelare un meccanismo utile ad evitare i problemi derivanti dallo stralcio delle cartelle inferiori ai mille euro.

Il nodo centrale su cui punta il governo è però la riforma del Testo unico, adducendo come scusa che in manovra il tempo era stretto e non si è potuto fare di meglio, ma ora “occorre ricostruire un quadro organico di regole superando la logica dell’ ultimo minuto”. Si spera quindi di riuscire a cancellare tutte le regole attualmente in vigore del Testo unico, riguardanti dissesto e pre-dissesto, che portano le crisi comunali a finire in un circolo eterno. L’idea è quella di sostituirle (nel progetto di riforma) con i piani di risanamento costruiti ente per ente, come già avviene con la sanità regionale.

Questi e altri (digitalizzazione dei comuni, modifiche spoil system, ritorno all’elezione diretta sulle Province) sono i nodi da sciogliere e il governo dovrà accordarsi non solo con i sindaci, ma anche con se stesso, perché spesso le visioni dei due partiti sono ben distanti.

Articolo di Laura Egidi

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