Print Friendly, PDF & Email
La nuova direttiva europea sul Whistleblowing
La Direttiva Europea sul Whistleblowing prevede una serie di garanzie allargate per i “segnalatori” che l’Italia dovrà prevedere entro fine 2021
Il Parlamento Europeo ha approvato, in data 7/10/2019, la nuova direttiva sulla “Protezione degli individui che segnalano violazioni delle norme comunitarie” approvando alcuni importanti provvedimenti ed in particolare le norme sulla tutela del whistleblower.
Il whistleblower è colui che segnala reati o irregolarità di cui sia venuto a conoscenza nel proprio ambito lavorativo, che sia la pubblica amministrazione o l’azienda presso cui lavora.
Entro due anni dalla entrata in vigore della suddetta direttiva, l’Italia e i paesi membri dell’Unione europea dovranno recepire le regole UE sul whistleblowing, ora disciplinate nel nostro paese dalla Legge n. 179/2017.
La Normativa prevede tra le altre cose che le aziende, con almeno cinquanta dipendenti o con fatturato annuale superiore a dieci milioni di euro oltre a tutte quelle società che operano nei settori ad alto rischio come quello finanziario, debbano offrire canali interni di comunicazione per la segnalazione degli illeciti che siano sicuri e che garantiscano la discrezione e l’anonimato per chi segnala e per chi viene segnalato; tutto ciò interessa anche i comuni con più di diecimila abitanti.
Le imprese e le pubbliche amministrazioni dovranno dare la possibilità di denunciare per iscritto ma anche a voce, attraverso linee telefoniche o altri sistemi di comunicazione nonché attraverso incontri privati.
La nuova direttiva protegge gli impiegati da eventuali ritorsioni in seguito alle segnalazioni. In generale, chi divulga informazioni su attività illegali o dannose acquisite nel contesto lavorativo sarà protetto più efficacemente anche attraverso l’accesso a consulenza gratuita e a mezzi di tutela adeguati.
Ci saranno anche obblighi di risposta per autorità ed imprese, che dovranno entro tre mesi fornire risposte e dare seguito alle segnalazioni.
La norma si estenderà a vari soggetti: accanto ai lavoratori dipendenti ci saranno anche i lavoratori autonomi, freelance, consulenti, appaltatori, fornitori ed anche volontari, tirocinanti e richiedenti lavoro. La protezione sarà estesa anche ai membri della famiglia e ai colleghi degli informatori.
Le segnalazioni quindi, per quanto riguarda l’Italia, non saranno più ristrette agli illeciti di cui al D.Lgs n. 231/2001 o a violazioni del Modello adottato dagli enti, ma alle violazioni nelle materie indicate nella Direttiva: appalti pubblici, servizi finanziari, riciclaggi di denaro e finanziamento del terrorismo, protezione dei consumatori, sicurezza dei prodotti, trasporti, reti e sistemi informativi, alimenti mangimi ed animali, tutela ambientale, sicurezza nucleare, salute pubblica, tutela della vita privata, protezione dei dati, norme sula concorrenza, imposte sulle società, danni agli interessi finanziati dall’Unione Europea.
A questo punto non bisogna far altro che aspettare e vedere come il governo italiano recepirà tale Direttiva.
Direttiva europea sul Whistleblowing del 7/10/2019

Legge n. 179/2017

D.Lgs n. 231/2001

Torna in alto