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Nuovi fabbisogni per i comuni  

di MATTEO BARBERO – Italia Oggi – 11 Giugno 2019
Nuovi fabbisogni standard comunali ai blocchi di partenza. Con un dpcm del 18 aprile scorso (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 133 dell’ 8 giugno) è stato approvato l’ aggiornamento al 2019 dei parametri elaborati per stimare il «costo giusto» delle funzioni svolte dai sindaci. L’ obiettivo è quello di orientare in modo più «meritocratico» la distribuzione di una quota progressivamente crescente delle risorse, ma finora si è scontrato con forti resistenze in sede applicativa. La vicenda dei fabbisogni standard inizia con l’ avvio di quella che fu definita come la «madre di tutte le riforme», ovvero il c.d. federalismo fiscale.
Con la l 42/2009, in particolare, venne avviata un’ ambiziosa riscrittura delle relazioni finanziarie fra il centro e la periferia. Uno dei cardini di questo progetto prevedeva il superamento graduale, per tutti i livelli istituzionali, del criterio della spesa storica a favore del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali (mentre per le altre funzioni la bussola avrebbe dovuto essere rappresentata dalla capacità fiscale). Per calcolare i nuovi parametri, il dlgs 216/2010 ha previsto un intervento congiunto di Sose, Ragioneria generale dello Stato e Ifel, sotto il coordinamento di una Commissione di esperti, la Copaff (Commissione paritetica per l’ attuazione del federalismo fiscale), ora rimpiazzata da un più sobria commissione tecnica.
Si è così dato il via a un lavoro enorme, che ha comportato l’ acquisizione di una mole immensa di dati attraverso la somministrazione di questionari agli enti. Il risultato, però, è stato finora decisamente inferiore alle aspettative (e agli oneri amministrativi imposti ai destinatati): i fabbisogni standard hanno per ora inciso su una quota minoritaria di risorse, anche attraverso l’ applicazione di correttivi per temperare gli effetti redistributivi più marcati.
Nei prossimi anni, invece la musica dovrebbe cambiare. Dal 2020 il Fsc dovrebbe esser orientato dai fabbisogni standard nella misura dell’ 80%, per arrivare al 100% dal 2021. Ma finora questa strada si è rivelata molto in salita: ad esempio, nel 2019 la distribuzione della torta è rimasta invariata rispetto al 2018, con conseguente vanificazione di tutto il lavoro tecnico necessario a mantenere attuali i numeri.

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