Le locazioni passive e le procedure di evidenza pubblica. I nuovi approdi della giurisprudenza amministrativa
di Maria Chiara Vallone Muscato – Responsabile del servizio finanziario del Comune di S. Elena (PD)
Le locazioni passive rientrano nell’area di disciplina del D.Lgs. n. 50/2016 e, segnatamente, nell’ambito dei c.d. contratti esclusi,ma le relative controversie non rientrano nella giurisdizione esclusiva del Giudice amministrativo prevista per l’affidamento dei contratti pubblici dall’art. 133 cod. proc. amm., ma, in presenza di una posizione di interesse legittimo, nella giurisdizione generale di legittimità.
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha superato la giurisprudenza – perlopiù della Cassazione – secondo cui le locazioni sono contratti espressione della piena autonomia privata delle Amministrazioni e, di fatto, non assoggettabili alle procedure di evidenza pubblica malgrado richiamate in diverse norme di recepimento delle direttive comunitarie. La nuova disciplina, seppur obbliga la PA all’esperimento della procedura di evidenza pubblica sia per i contratti attivi, sia per quelli passivi, non conduce automaticamente all’assoggettamento delle relative controversie alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo ed impone, caso per caso, di valutare la posizione soggettiva che si staglia al cospetto dell’esercizio del potere ovvero dell’attività negoziale.
La sentenza, la quale ha espresso un diverso punto di vista rispetto al TAR che aveva declinato la giurisdizione su una procedura selettiva volta all’acquisizione di un immobile in locazione da destinare ad uffici comunali, esprime principi di primaria importanza e costituisce una corposa guida per le Amministrazioni, soprattutto locali, a partire dal momento della scelta del privato contraente anche in relazione a contratti che abbiano ad oggetto rapporti su beni immobili e, segnatamente, le locazioni.
