09/04/2019 – Sul personale piani di rientro flessibili  

Sul personale piani di rientro flessibili  

di Tiziano Grandelli, Mirco Zamberlan – Il Sole 24 Ore – 08 Aprile 2019

Il decreto crescita manda in soffitta il turn over e apre la strada a una nuova politica occupazionale espansiva per regioni, comuni e sanità. Il meccanismo, anticipato dal Sole 24 Ore del 23 marzo, assegna agli enti un valore soglia obiettivo definito come percentuale delle spese di personale in rapporto alle entrate correnti al netto del fondo crediti di dubbia esigibilità. Gli enti che si collocano sotto la soglia di virtuosità potranno aumentare il personale fino al raggiungimento del valore massimo, nel limite del piano triennale del fabbisogno di personale e nel rispetto pluriennale degli equilibri di bilancio.

Secondo il Governo lo sblocco delle assunzioni dovrebbe portare 40mila dipendenti in più nella pubblica amministrazione locale, dopo più di un decennio di freno alle assunzioni. L’ attuazione della disposizione dovrà attendere l’ ormai consueto decreto ministeriale, che vedrà la luce, secondo la norma, entro 60 giorni. Questo provvedimento dovrà passare per i tavoli tecnici a cui partecipano i Comuni in quanto oggetto di accordo in sede di Conferenza Stato-Città. In quella sede saranno definiti i valori soglia, che verranno differenziati per fascia demografica, e la percentuale annua massima di incremento del personale in servizio.

Se per gli enti virtuosi si prospetta un futuro roseo, che cosa è previsto per gli enti che si collocano sopra il valore soglia? Anche in questo caso il futuro non è particolarmente negativo: dovranno adottare un percorso di graduale convergenza verso il valore soglia «anche» applicando un turn over inferiore al 100%. Probabilmente questo «anche» sarà oggetto innumerevoli pareri in quanto, dal tenore letterale della norma, l’ ente potrebbe convergere verso il valore soglia aumentando le entrate, non solo riducendo le spese. In questo caso potrebbe adottare una p olitica del personale espansiva? L’ obiettivo dovrà essere raggiunto nel 2025, ma nel caso l’ operazione non riuscisse scatterà l’ unica vera sanzione esplicita: il turn over al 30% fino al rientro nel valore soglia. Considerando che le norme in materia di vincoli alle assunzioni cambiano con frequenza almeno annuale, una sanzione da applicare fra sei anni non fa sorgere grandi preoccupazioni.

La norma non pone alcun coordinamento con le precedenti disposizioni in tema di capacità assunzionali. Se, da una parte, sembra evidente che non siano più applicabili nei confronti degli enti virtuosi, dall’ altra si potrebbe ritenere, con un approccio restrittivo, che risultino applicabili per quelli sopra soglia. Un altro punto di rilievo è rappresentato dalla modifica al tetto al salario accessorio. Anche in questo caso l’ intento è di superare la rigidità del vincolo, prevedendo un adeguamento delle risorse all’ andamento dei dipendenti.

In pratica, si calcola il valore medio del fondo per la contrattazione decentrata sommato agli importi per retribuzione di posizione e di risultato degli incaricati di posizione organizzativa, riferito al 2018, e lo si utilizza per incrementare o diminuire le risorse sulla base delle assunzioni e delle cessazioni di personale. Per calcolare la media vengono conteggiati i dipendenti in servizio alla data del 31 dicembre 2018. Stante il tenore letterale della norma, non è chiaro se, da questa operazione, risultino esclusi i dirigenti e i segretari comunali.

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