08/11/2019 – Tutti vogliono i segretari onorari

L’uncem propone di fare ricorso a funzionari di categoria D
Tutti vogliono i segretari onorari
di Giuseppe Alessandri
Segretari comunali, anche l’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem) va all’attacco per allargare senza limiti lo spoils system. Anni di blocchi delle assunzioni, corretti solo di recenti da nuovi innesti per pochissime centinaia di unità, poco più di 220 a fronte di oltre 4 mila sedi scoperte, hanno portato alla mancanza effettiva di segretari comunali, un’emergenza reale, creata, però, non dal caso, bensì da scelte normative precise. La soluzione più semplice e lineare sarebbe estendere i posti del concorso già indetto a diverse migliaia. Invece, le proposte sul campo vanno per la tangente. L’Anci ha presentato il disegno di legge «Liberiamo i sindaci» che di fatto tenta di introdurre, almeno nei comuni con oltre 100 mila abitanti, quel «dirigente apicale» pensato dalla riforma Madia come alternativa della figura del segretario che tale riforma, mai entrata in vigore, intendeva abolire. I venti di abolizione, però, non smettono di soffiare. Piovono, infatti, le più disparate proposte per risolvere «l’emergenza». Il presidente della regione Abruzzo ha da tempo suggerito di assumere segretari «onorari» reclutandoli (non si sa come) tra avvocati e commercialisti. Non pochi suggeriscono di reperire i segretari (figure professionali sin qui reclutate a seguito di concorsi tra i più selettivi nella p.a., per altro corroborati da successivi corsi di perfezionamento molto impegnativi) tra dipendenti degli enti. E’ questo quanto indica anche l’Uncem che in un comunicato afferma di avere «proposto ai Parlamentari modificare l’art. 97 del Testo unico degli enti locali inserendo un comma che preveda la possibilità per i comuni sotto i 5 mila abitanti con sede vacante della segreteria comunale, di ricorrere a funzionari di categoria D, responsabili di servizio dell’ente o di altro comune, in possesso di laurea, per verbalizzare giunte e consigli e firmare atti, compresa la pubblicazione di delibere e determine». Un sistema selettivo che rinuncerebbe del tutto al rigoroso reclutamento da concorsi, ma soprattutto aprirebbe allo spoils system più esasperato possibile. Infatti, moltissimi funzionari, in particolare negli enti di piccole dimensioni, sono selezionati per via fiduciaria ai sensi dell’articolo 110 del dlgs 267/2000, spesso senza nemmeno quel minimo di concorsualità imposta dalla citata norma. In sostanza, l’idea dell’Uncem attuerebbe di fatto l’abolizione dei segretari perseguita senza successo nella scorsa legislatura, consentendo ai sindaci di scegliersi «ad personam» il segretario. Del resto, che l’aria tiri male per i segretari lo dimostra il caso della chiamata, da parte della città metropolitana (l’ex provincia) di Roma, come segretario di una candidata alle Europee del partito cui appartiene il sindaco (al vertice della città metropolitana), non eletta a Bruxelles. Un modo di reclutare i segretari per evidente appartenenza partitica, al di là delle valutazioni sulla competenza specifica, in chiarissimo contrasto con la posizione di terzietà che la legge richiede a tale figura, chiamata a prestare consulenza giuridica e ai controlli interni, oltre che a garantire l’anticorruzione e i conflitti di interesse. Segretari chiamati per chiara professione di appartenenza politica ben difficilmente, anche solo come immagine, possono garantire la terzietà e il rispetto del principio di distinzione tra controllore e controllato e, comunque, la separazione tra politica e gestione. In effetti, l’Uncem pare puntare proprio alla sostituzione della figura del segretario. Il comunicato afferma che «è urgente una revisione dei compiti dei segretari che devono essere veri manager della p.a., capaci di candidare progetti Ue, di orientare politiche di sviluppo e pianificazione»: ma si tratta di funzioni gestionali ed operative totalmente diverse da quelle richieste dalla normativa, per altro perfettamente già richiedibili ed esigibili da figure professionali che a questo scopo i comuni possono già, e da sempre, reclutare. L’Uncem propone una visione riduttiva ed erronea delle funzioni dei segretari, visti come meri burocrati che verbalizzano riunioni e sottoscrivono non precisati «atti»: sfuggono, evidentemente, le funzioni di garanzia evidenziate prima, come anche il coordinamento generale degli uffici finalizzato al conseguimento degli obiettivi politico amministrativi.

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