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Condono edilizio: iter eterno 
di GIULIA PROVINO – Italia Oggi – 07 Novembre 2019
Le pratiche di condono edilizio continuano a fare la muffa negli scaffali dei Comuni. A quasi 35 anni dalla prima legge sul condono edilizio varata dal governo Craxi nel 1985, in Italia rimangono ancora 4.263.897 richieste di sanatoria da evadere; più di un quarto rispetto al totale di quelle presentate, che ammonta a 15.007.199. I dati sono contenuti nel Secondo rapporto sul condono edilizio in Italia, realizzato dal Centro studi Sogeea e presentato in senato. Si parla di oltre quattro milioni di pratiche legittimate, dove il cittadino che aveva commesso un abuso edilizio ha depenalizzato il reato, può vendere la casa, la può affittare e la può mettere a reddito ma non ha ancora pagato il dovuto allo Stato, in quanto la pratica è rimasta inevasa. E di questo passo, secondo i dati, per svuotare gli archivi italiani serviranno ancora più di 21 anni. Il ritmo mensile medio di smaltimento delle istanze tra il primo e il secondo Rapporto (tra il 2016 e il 2019), è stato di appena 16.708 domande. Quasi 3 milioni di istanze tuttora da definire (2.842.938), sono relative al provvedimento legislativo 47/85 del governo Craxi, mentre alle leggi del 1994 e del 2003 (governi Berlusconi) sono riconducibili rispettivamente 810.367 e 610.592 pratiche. Secondo lo studio, si stimano mancati introiti per le casse del paese pari a poco più di 19 miliardi di euro. «Il dato si ottiene sommando il denaro non incassato per oneri concessori, oblazioni, diritti di istruttoria, segreteria e paesaggistica, sanzioni da danno ambientale», spiega Sandro Simoncini, direttore scientifico del Centro studi Sogeea. Dunque di questi 19 miliardi nascosti, 9,8 miliardi sono di oblazioni (da spartire tra stato e comuni, con una piccola quota destinata anche alle regioni); 7 miliardi di oneri concessori; 760 milioni di diritti di segreteria e di istruttoria; 1,7 miliardi tra diritti di paesaggistica e risarcimenti per danno ambientale. Cifre queste che non sono messe in nessun bilancio. Le primi cinque regioni ritardatarie sono: Campania (656.832 domande da portare a temine), Lazio (623.897), Sicilia (623.109), Piemonte (379.716) e Lombardia (316.715). L’ Emilia-Romagna è il territorio più virtuoso nella gestione delle domande di condono edilizio, con Bologna, Ferrara e Ravenna che hanno già concluso tutti gli iter. Discorso simile per Trento, Vicenza, Chioggia e Sondrio. La Lombardia è la regione che ha concluso più istruttorie (1.633.116) seguita da Piemonte (1.353.866), Lazio (1.014.644), Campania (784.828) e Sicilia (690.159). Contando che la Campania ha ancora circa 3,1 miliardi di euro da incassare, seguita da Lazio (2,9 milioni) e Sicilia (2,8 mln). Riguardo le istanze presentate presso gli uffici tecnici dei comuni italiani, poco più del 72% (10.816.634 unità) riguarda pratiche relative alla legge dell’ 85; alla legge 724/1994 possono essere ricondotte 2.542.244 domande (poco meno del 17% del totale), mentre sono state 1.648.321 le richieste che hanno riguardatola legge 326/2003 (circa l’ 11% del totale). Per il numero di istanze presentate, la Capitale ne conta 599.793 e precede Milano (138.550), Firenze (92.465), Napoli (85.495), Torino (84.926), Bologna (62.393), Genova (48.677), Prato (39.105), Arezzo (36.717) e Reggio Calabria (33.866). A livello regionale, invece, è la Lombardia ad avere raccolto il maggior numero di richieste di condono edilizio: 1.942.096. A seguire Piemonte (1.732.644), Lazio (1.620.749), Campania (1.410.496) e Sicilia (1.313.313). 

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