07/11/2019 – Danno erariale, lo shopping compulsivo non salva l’economo infedele

Danno erariale, lo shopping compulsivo non salva l’economo infedele
di Vincenzo Giannotti
La presenza di una grave alterazione mentale che sia tale da determinarne una incapacità di intendere e volere al momento dell’azione, può costituire una forte esimente del dipendente infedele che si sia appropriato indebitamente delle somme avute a disposizione dalla propria amministrazione, ai fini della colpa grave previste per il danno erariale. Il disturbo da dipendenza da shopping, pur rientrando nel più ampio genere delle dipendenze, come quelle da sostanze o da gioco d’azzardo, per quanto grave e invalidante, non è in grado tuttavia di compromettere la capacità di intendere e volere, con la conseguenza che l’appropriazione indebita del denaro avuto a disposizione costituisce danno erariale. Sono queste le conclusioni cui è pervenuta la Corte dei conti della Toscana (sentenza n. 389/2019) che ha condannato per danno erariale l’economa di un’amministrazione pubblica che aveva sottratto somme avute a propria disposizione per propri fini personali.

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