Print Friendly, PDF & Email

APR 2016

Nella piovra della corruzione partitocrazia e malasanità

La frase ad effetto pronunciata da Raffaele Cantone (“la sanitå terreno di scorribanda dei delinquenti di ogni risma”), non aveva solo un intento mediatico, anche perché il magistrato aveva detto praticamente le stesse cose il 3 marzo scorso durante una audizione dei senatori. Lui batte sempre sullo stesso chiodo perché sa che solo in questo modo si può dare una scossa all’intero Paese.

Il malaffare è una piovra che avvolge e soffoca la sanità ad ogni livello. Riguarda assessori, portaborse, affaristi, faccendieri, medici, farmacisti, industriali, portantini, ospedali pubblici e privati. Ma c’è un aspetto che Cantone non ha toccato, per ragioni comprensibili: il ruolo della partitocrazia. Che nel corso del tempo ha inquinato la sanità, utilizzandola economicamente come un bancomat, politicamente come strumento di potere, socialmente come area di consenso elettorale. Le radici della corruzione sono qui. E solo adesso, a fatica, i partiti iniziano a capire che è necessario voltare pagina, per evitare di essere trascinati nel gorgo da una diffusa indignazione popolare.

Eppure al convegno promosso dal CENSIS e da Ispe-Sanitå, dove è stato presentato il rapporto di Transparency Italia (ben riassunto dal collega Alberto Custodero), non è stata mai pronunciata la parola partitocrazia, se non dalla senatrice 5S Paola Taverna, mentre Federico Gelli del Pd si è limitato a citare genericamente i partiti che, forse appare scontato dirlo, non hanno mai condotto una lotta dura, frontale, senza tregua, alla corruzione. Che nella sanitå costerebbe 6 miliardi di euro, ai quali se ne aggiungono altri 18 a causa degli sprechi e delle inefficienze.

A questo proposito, anche se il convegno è una buona importante, occasione per sensibilizzare gli italiani, i numeri presentati sono gli stessi, spaccati, di quelli di circa tre anni fa: 23,6 miliardi di euro. Ora come sia possibile che non sia avvenuta alcuna variazione verso l’alto o verso il basso di queste cifre, il CENSIS e l’Ispe-sanitå dovrebbero spiegarlo.

C’è poi una questione che richiedeva un approfondimento, e che ci coinvolge tutti: la malasanità è anche figlia della corruzione. A sostenerlo è il Piano Nazionale Anticorruzione (dell’Anac, guidata appunto da Cantone) aggiornato a ottobre del 2015, nel quale, mettendo a fuoco il concetto di rischio sanitario, non esclude che “possa sussistere una correlazione tra rischio in ambito sanitario e rischio di corruzione, ove il primo sia un effetto del secondo, ovvero ogni qualvolta il rischio in ambito sanitario sia la risultante di comportamenti di “maladministration” in senso ampio (solo a titolo di esempio, quando l’alterazione delle liste di attesa provoca un differimento “volontario” dei tempi di erogazione di prestazioni a più elevato indice di priorità con conseguenti ripercussioni sullo stato di salute del paziente destinatario di tali prestazioni oppure, altro esempio, quando le alterazioni allo stato di salute siano una conseguenza dell’effetto della contraffazione di farmaci o, ancora, la mancata efficacia di una terapia sia conseguente alla somministrazione di farmaci scaduti privi di efficacia terapeutica)”. Il caso di Salerno, ad esempio, rafforza questa correlazione tra corruzione e malasanità.

Se si prende per buona questa analisi – che evidenzia anche il collega Michele Bocci – appare chiaro che l’intervento anticorruzione nelle strutture sanitarie deve colpire a fondo, e per riuscirci deve coinvolgere tutti i soggetti che lavorano nelle diverse strutture. Magari istituendo ogni dove la figura del responsabile del Piano Anticorruzione. Ed è proprio qui uno dei punti deboli della Giornata nazionale contro la corruzione: al dibattito mancavano i rappresentanti dei medici di base, degli ospedalieri, degli infermieri, dei farmacisti. Figure che sono nel cuore della sanità e quindi centrali nella lotta alla corruzione.

Comunque siamo all’inizio di un cammino. Che sarà molto lungo. E ogni cittadino dovrebbe augurarsi che la strada intrapresa porti buoni risultati, perché un euro che finisce nella grande corruzione è un euro sottratto alla nostra salute.

guglielmpepe@gmail.com

@pepe_guglielmo

 

Torna in alto