06/07/2019 – Comuni, il dissesto va in soffitta  

Comuni, il dissesto va in soffitta  

di MATTEO BARBERO – Italia Oggi – 05 Luglio 2019
Rivoluzione in arrivo per le procedure di risanamento finanziario degli enti locali. È in rampa di lancio, infatti, il disegno di legge fortemente voluto dal vice ministro all’ Economia, Laura Castelli (M5S), per riscrivere le regole del Tuel che disciplinano la materia e che da tempo necessitano di un tagliando. Il provvedimento, che sarà presentato martedì prossimo in Via XX Settembre, cancella gli attuali istituti del dissesto e del pre-dissesto unificandoli in unica procedura ispirata, da un lato, alle regole europee e dall’ altro al modello già da anni sperimentato in sanità (si veda ItaliaOggi dell’ 8 marzo 2019). L’ iniziativa è frutto di un lungo e complesso lavoro partito con l’ art. 1, comma 2-quater, del dl 91/2018, che ha avviato un percorso di «complessiva riforma delle procedure di risanamento contemplate dal titolo VIII della parte seconda del testo unico delle leggi sull’ ordinamento degli enti locali».
L’ idea di fondo è quella di prevedere l’ istituzione di una cabina di regia che accompagni passo passo gli enti sulla strada del rigore. A tal fine, verranno attivati specifici tavoli interistituzionali, sia di livello nazionale (per gli enti maggiori e/o per i casi più complicati) che di livello regionale (per i mini enti). Per non svilire il ruolo della Corte dei conti, però, resterà in capo a quest’ ultima il compito di avviare la procedura, oltre che di monitorarne l’ attuazione insieme ai suddetti tavoli. Ma la nuova disciplina punta a rafforzare, oltre che il c.d. braccio correttivo, anche quello preventivo: in tal caso, il modello di riferimento è mutuato dal diritto europeo e, in particolare, dal regolamenti del Six pack del 2011, che hanno introdotto la c.d. Macroeconomic Inbalance Procedure.
Essa si articola su due stadi. Il primo consiste in uno scoreboard preliminare effettuato su indicatori predefiniti. Il tavolo li individua, in collaborazione con l’ Istat, partendo da quelli di deficitarietà, che sono utilmente integrati con la tavola degli indicatori, ormai consolidata, prodotta dall’ istituto di statistica. Si possono diversificare i comuni per classi e tipologia e integrare l’ analisi, come in parte è stato già fatto con gli indicatori di bilancio previsti dal processo di armonizzazione. Si prevede una relazione annuale, che fornisca agli attori del processo un quadro generale, indicando i comuni che, sulla base della ricognizione, presentino delle criticità. Il secondo stadio della procedura, che prevede le indagini approfondite (In Depth Review), può essere ricondotto alla procedura di Risanamento Finanziario delineata.
La Corte dei Conti, nella decisione di inviare al tavolo un comune, potrà integrare la sua analisi puntuale sui bilanci dell’ ente, con il contenuto della relazione. L’ obiettivo del ddl è quello di snellire l’ iter, accelerandone i tempi: le procedure dovranno chiudersi al massimo in cinque anni (mentre oggi possono durare fino a quattro volte tanto). Notevole anche la scelta di limitare il commissariamento degli enti al solo assessore al bilancio, che verrebbe sostituito da un membro nominato dal tavolo, a differenza di quanto accade oggi negli enti in dissesto, dove si assiste alla sovrapposizione (spesso problematica) fra organo straordinario di liquidazione e organi di governo. Verrebbe meno, invece, la possibilità di scegliere la procedura più morbida del pre-dissesto, che attualmente non prevede alcun intervento sulla governance degli enti.

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