03/12/2019 – Sanzione disciplinare per l’agente di polizia municipale che non difende il sindaco aggredito

Sanzione disciplinare per l’agente di polizia municipale che non difende il sindaco aggredito
L’agente della polizia municipale, addetto alla pubblica sicurezza, ha l’obbligo di tutelare l’integrità del sindaco e deve intervenire se qualcuno lo aggredisce. È corretta quindi la sanzione disciplinare di sospensione di dieci giorni dal servizio e dalla retribuzione per il commissario aggiunto di polizia locale che, pur avendo assistito all’aggressione del sindaco, non è intervenuta in alcun modo. Lo ha stabilito la sezione lavoro della Cassazione con l’ordinanza n. 31388, di ieri.
I giudici di legittimità hanno ricordato che «ferma restando la competenza esclusiva dello Stato in materia di ordine pubblico e sicurezza sono state individuate delle modalità di intervento della Polizia municipale all’interno del sistema integrato di sicurezza». La qualifica di addetto alla pubblica sicurezza non è acquisita automaticamente ma è necessario l’intervento di uno specifico provvedimento formale da parte di un’autorità statale, il prefetto. E la perdita di tale qualità può essere dichiarata solo dallo stesso prefetto.
E anche se l’agente di polizia municipale nello svolgere le azioni di pubblica sicurezza deve attenersi alle specifiche direttive degli organi competenti in ogni caso «grava sullo stesso, quale addetto alla pubblica sicurezza, un generale dovere di vigilanza nel mantenimento dell’ordine pubblico e nella tutela delle persone e dei beni». I giudici ricordano che la Corte costituzionale con la sentenza 77/1987 ha definito la “sicurezza pubblica” come la «funzione inerente la prevenzione dei reati o al mantenimento dell’ordine pubblico». Non si può quindi escludere dai doveri degli agenti di polizia municipale «quello di vigilanza sul mantenimento dell’ordine pubblico e quello inteso alla tutela e alla incolumità delle persone e dei beni».
Alla luce di questa ricostruzione normativa è chiaro che, nel caso esaminato dai giudici, il commissario aggiunto di polizia locale e addetto alla pubblica sicurezza ha violato i doveri connessi al suo ruolo istituzionale perché non è intervenuto in nessun modo per impedire o interrompere l’aggressione al sindaco. Il vigile pur essendo uscito dalla stanza che dava sul corridoio quando due persone stavano picchiando il sindaco è rimasto immobile e non ha fatto nulla, neanche pronunciare frasi come “fermatevi polizia”.

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