Print Friendly, PDF & Email

Decreti legge fra realtà e finzione: un ultimo caso il convertito decreto “crescita”

del Prof. Fabrizio Giulimondi
“(Introduzione) Gli ultimi interventi di natura emendativa al disegno di legge di conversione del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34 (c.d. Crescita)1 volti a sanare la situazione di grave indebitamento di Roma Capitale e di tutti gli altri comuni italiani che versano in situazioni finanziarie non dissimili, nonché ad impedire il rischio di cessazione delle rubriche radiofoniche di informazione della emittente radicale2, possono destare dubbi di non poco momento sulla loro costituzionalità, in relazione all’art. 77 Cost. e agli arresti giurisprudenziali della Consulta in merito al margine di azione consentito al Parlamento nel convertire un decreto-legge.
Al fine di sanare questo dubbio occorre ripercorrere le “ragioni esistenziali” del provvedimento in parola, come esso sia stato configurato dai Costituenti e in che modo sia mutato il suo utilizzo a causa delle dinamiche istituzionali, sociali e politiche che negli anni ne hanno cambiato le fattezze.
La preziosa opera di cesello ermeneutico della Corte, nello scavare alla radice l’art. 77 Cost., ha posto, da un versante alcuni ostacoli all’abuso nell’uso della decretazione d’urgenza da parte del Governo, dall’altra una giusta “camicia di forza” ad un Parlamento che approfittava della sede legislativa di conversione per inserire nel tessuto connettivo dell’articolato emergenziale norme completamente estranee al suo significato originale, talora neanche coperte dalla…”

Torna in alto