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Le nuvole. 

 

Dormivano,

nel mare d’inchiostro,

piccole nuvole d’acciaio,

e luci di rubino

svegliavano

una città distratta;

il giorno era lontano,

e le onde pigre.

 

Donne sveglie

accartocciavano

estati dal cuore caldo,

l’odore d’asfalto

piegava gli spazi,

e faceva un’amaca

per il mio ristoro.

 

Automobili

tagliavano svogliate

l’aria secca,

e ragazze facili

ballavano

musiche lontane.

 

Ignari mostri grattavano

il fondo di mari antichi,

e stelle si tuffavano

giù da dagli spazi profondi

dentro il mio Martini,

e i tuoi occhi di ossidiana

scardinavano i cancelli

dei giardini d’inverno.

 

Enrico Antonio Cameriere

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