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Corruzione, l’Anm al governo: “Proposte deboli, meno stupore e più determinazione”

Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Sabelli, aprendo il comitato direttivo centrale, ha chiesto a Renzi interventi più incisivi: “I toni indignati di fronte agli scandali vorrebbero supplire all’inadeguatezza delle riforme”

ROMA –  Tra l’Associazione nazionale magistrati e il premier Matteo Renzi i rapporti non sono distesi, anzi. La riforma della giustizia annunciata dall’esecutivo per i magistrati ha molti punti di debolezza. Dopo aver invocato più concretezza e meno retorica appena dieci giorni fa, oggi il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli, aprendo a Roma il comitato direttivo centrale, è tornato a sottolinerare l’inadeguatezza degli interventi: “Oggi, i toni indignati vorrebbero rimediare alla debolezza delle riforme, peraltro in larga parte più annunciate che realizzate. Dunque, al governo noi chiediamo meno stupore e scandalo e più determinazione”. 

“Le cronache giudiziarie hanno ridestato un dibattito che pareva sopito, su proposte che suscitano nel mondo politico divisioni e polemiche, piuttosto che consensi – ha continuato –  Ma anche questo accendersi episodico di fiamma appare effimero. La politica sembra oggi accorgersi improvvisamente di quei guasti che noi con forza abbiamo segnalato da anni”.

In particolare riferendosi agli interventi in tema di contrasto alla corruzione e di riforma della prescrizione, il presidente dell’Anm ha aggiunto: “Se la prescrizione è quello scandalo che disperde lavoro e risorse, allora il legislatore deve bloccarla se non dopo l’esercizio dell’azione penale quantomeno dopo la sentenza di primo grado”. Così il presidente dell’Anm al Comitato direttivo sulla probabile iniziativa governativa per un allungamento del termine ordinario. Secondo Sabelli “ogni tentativo di innaturale dilatazione dei tempi del processo” potrebbe “aggravare ancor più la durata dei processi”.

La riforma della responsabilità civile dei magistrati, ha denunciato ancora il presidente dell’Anm, “costituisce una specie di ossessione della politica, e non da tre ma da trenta anni almeno. La libertà dell’interpretazione, la

disciplina e i limiti della responsabilità civile, l’onorabilità della categoria, l’indipendenza della giurisdizione, il nostro governo autonomo – ha ribadito Sabelli – non sono nostri privilegi ma beni e strumenti di garanzia che appartengono a tutti. A noi spetta farne buon uso, alle altre istituzioni averne rispetto”.

Il direttivo di oggi è stato convocato per decidere le iniziative di mobilitazione sulla base di quanto deliberato dall’assemblea straordinaria del 9 novembre scorso, nella quale fu scongiurato lo sciopero.

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