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Dal personale ai bilanci, tutti i «buchi» del decreto enti locali

di Gianni Trovati

Personale, centralizzazione degli acquisti e bilanci di Città metropolitane e Province saranno i temi chiave nel dibattito sulla conversione del decreto enti locali, che potrebbe tornare a occuparsi anche di rinegoziazione dei mutui e vincoli di destinazione delle entrate. Quello delle risorse umane è il capitolo più spinoso ma non l’unico, come mostra la prima nota di lettura dell’Ifel che lamenta parecchie caselle vuote anche in fatto di bilanci e acquisti.

Il nodo precari

Nella versione definitiva, infatti, il testo ha “perso” una serie di regole che erano comparse nelle prime bozze. Ancora una volta, è l’incrocio difficile fra la complicata attuazione della riforma delle Province e le regole di gestione delle assunzioni a dominare il campo. Gli enti di area vasta, in particolare, attendono la deroga al blocco totale dei rinnovi dei contratti nel caso, frequente, di sforamento del Patto di stabilità 2014. Non è solo questione di “attesa”, perché in gioco c’è la possibilità concreta di attuare una norma, la possibilità di rinnovo dei contratti, che il Milleproroghe 2015 aveva accolto dopo settimane di protesta dei precari delle Province. Senza la deroga per chi ha sforato il Patto, l’attuazione effettiva del Milleproroghe è possibile solo in poco più di metà degli enti.

Polizia e centri per l’impiego

Ancora più ampio è il problema che riguarda la Polizia provinciale e i centri per l’impiego. Nel primo caso, il decreto prospetta il «transito» dei poliziotti provinciali negli organici dei Comuni, dove dovranno svolgere compiti di Polizia municipale. Questo «transito» è parziale, perché deve rispettare i limiti di dotazione organica, programmazione del personale, e risorse finanziarie, ma è respinto dai diretti interessati che nelle Province si sono sempre occupati di territorio e ambiente. Il meccanismo, se non corretto, blocca poi le assunzioni stagionali di vigili (gli interessati al «transito» sono ovviamente a tempo indeterminato), creando parecchi problemi nei Comuni turistici. Per i centri per l’impiego, invece, sono previsti passaggi nelle Regioni grazie a intese con i Governatori ancora tutte da costruire.

Niente «stagionali»

Il blocco degli stagionali, per tutto il personale e non solo per i vigili, continua a riguardare anche le amministrazioni che nel 2014 hanno impiegato in media più di 90 giorni per i pagamenti ai fornitori. Il decreto corregge l’indicatore, togliendo dalla base di calcolo le fatture coinvolte dagli sblocca-debiti, ma non introduce alcuna deroga sulle assunzioni a tempo. Niente da fare, almeno per ora, nemmeno per le assunzioni di personale scolastico. Sul versante dei bilanci delle Città metropolitane, il provvedimento accoglie la nuova ripartizione dei tagli, che però non basta certo a risolvere i problemi come dimostrano gli allarmi-dissesto rilanciati negli ultimi giorni non solo a Milano.

I bilanci

I conti degli enti, poi, attendevano la possibilità di utilizzo per spesa corrente (solo nel 2015) del 50% dei proventi da alienazioni, regola presente nelle bozze ma non nel testo finale. Gli amministratori locali, poi, chiedono di chiarire i vincoli di destinazione per alienazioni e oneri di urbanizzazione, soggetti a interpretazioni restrittive da parte della Corte dei conti. Data per certa ma assente nel decreto è poi la deroga che escluderebbe dagli obblighi di centralizzazione gli acquisti fino a 40mila euro nei Comuni fino a 10mila abitanti. Si tratta di un alleggerimento chiesto a gran voce dai sindaci, che altrimenti dal 1° settembre rischiano un nuovo blocco degli acquisti anche a causa delle tante incertezze nell’avvio delle centrali uniche.

 

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