27/07/2016 – Riforma della dirigenza pubblica, ma i «110» entrano?

Riforma della dirigenza pubblica, ma i «110» entrano?

di Luca Tamassia

Ci si domanda, a tal proposito, pertanto, cosa accadrà a tutti quei dirigenti pubblici con rapporto di lavoro a tempo determinato, provenienti dai più disparati contesti operativi pubblici e privati, quando le coordinate riformiste verranno condotte a regime, determinando, fatalmente, l’esaurimento degli effetti giudici degli incarichi precari conferiti e in essere al momento del varo del nuovo ordinamento. La risposta sembrerebbe scontata, anche se il condizionale è d’obbligo, venendosi, così, a determinare una progressiva estinzione dei rapporti in essere senza, però, alcun margine di repêchage, se non in alcune ipotesi limitate e, forse, non del tutto casuali. Il grosso di questa professionalità, tuttavia, è destinato a perdersi sull’impervia strada degli ingressi nei ruoli come ridisegnati dalla riforma, forse più un viaggio negli inferi dell’incertezza dei meccanismi di reclutamento, densi d’imboscate e altrettante insidie, che non, piuttosto, un sereno viaggio di piacere all’insegna del “tentiamo”. Il nuovo ordine costituito, infatti, non ha tenuto nella benché minima considerazione questi lavoratori …”

 
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